L’inutilità di paragonare noi stessi con gli altri
Uno dei principali motivi per i quali spesso non siamo contenti e soddisfatti di noi stessi e delle nostre vite è senza dubbio il fatto che continuamente ci paragoniamo ad altre persone.
Pensiamoci un attimo: vediamo su Facebook le foto di altri, magari di una vacanza o di qualcosa di interessante che qualcuno ha fatto o sta facendo, e pensiamo che la nostra vita non è eccitante e interessante abbastanza. Vediamo una persona con un gran fisico e ci sentiamo a disagio per il nostro. Vediamo qualcuno con un bel lavoro, una eccellente carriera, o che ha creato un’azienda e sta facendo grandi affari e pensiamo che il nostro lavoro sia pessimo o che non stiamo facendo abbastanza. Sentiamo di persone che stanno viaggiando il mondo, imparando lingue, frequentando posti esclusivi, e ci chiediamo perché noi non possiamo fare tutto ciò.
Sentimenti come la scarsa autostima, l’inadeguatezza, il costante bisogno dell’approvazione degli altri, l’invidia, il risentimento, sono tutti originati da questa nostra abitudine di paragonare noi stessi ad altre persone.
Purtroppo la società attuale ci inculca modelli di riferimento da seguire, ci dice cosa significa successo, ci porta a competere continuamente con gli altri per avere sempre di più. Insomma, fin da piccoli siamo spinti al confronto continuo con gli altri. Un confronto poco costruttivo, che porta alla competizione e all’invidia.
Se una persona ha avuto successo, nel lavoro, nello sport, nella vita personale, buon per lui. Ma non può essere il termine di paragone per i nostri successi, qualsiasi essi siano. Siamo noi stessi il termine di confronto, perchè ognuno è un universo differente, con una sua vita, delle esperienze, un passato, delle motivazioni ecc.
È inutile paragonare noi agli altri.
In tutti i casi elencati sopra, come in molti altri, confrontiamo la nostra realtà attuale con quello che per noi è un ideale, una fantasia. Sì, è la realtà di qualcun altro o quello che noi vediamo di tale realtà, ma che senso ha paragonarla con la nostra?
Facciamo un esempio: sto correndo nel parco e mi sorpassa un corridore più veloce che procede spedito davanti a me. Questo mi fa sentire un pessimo corridore!
Se non fosse per il fatto che non posso fare un confronto tra me e quel veloce corridore, semplicemente perché mi mancano delle informazioni. Infatti, non sono a conoscenza di:
- per quale distanza sta correndo (io potrei correre 10 Km e lui 2)
- che tipo di allenamento sta facendo (io posso fare un lento lungo e lui una corsa più di velocità)
- a che punto della corsa si trova (io potrei aver iniziato ora e lui essere già nel punto più duro dell’allenamento)
- da quanto tempo lui si allena correndo (io posso aver cominciato da poco mentre lui da molti anni)
- per cosa si sta allenando (lui potrebbe allenarsi per una corsa di pochi chilometri ed io per una mezza maratona)
- come va la sua vita oltre la corsa (forse lui non ha nient’altro di interessante nella vita, mentre io un’intensa vita sociale, un lavoro che mi impegna, degli hobby ecc.)
- qual è la sua motivazione personale (forse io corro solo per il piacere di correre e di tenermi attivo, mentre lui corre con l’intento di battere chiunque incontra sul suo percorso)
Perciò, visto che non conosco nessuno di questi fattori più altri che ignoro totalmente, che senso avrebbe confrontare la mia velocità di corsa in questo momento con quella di un altro corridore? Per ciascuno di noi, la velocità dell’altro è irrilevante. Io e lui ci stiamo trovando casualmente a correre sullo stesso percorso nello stesso tempo, tutto il resto è diferente. E, per dirla in generale, non ha senso confrontare patate con cipolle. Sono cose diverse.
E anche se tutto nelle nostre vite fosse uguale (che è impossibile), a cosa servirebbe fare un confronto? Non avrebbe nessun senso o utilità. Mi può portare solo a stare male perché non mi sento adeguato, o abbastanza bravo, bello ecc. Troverò sempre qualcuno che è migliore di me in qualcosa, ma a mia volta io sarò migliore di qualcun altro in un’altra cosa. In ogni caso, il paragone è inutile e privo di senso.
L’unica cosa su cui dovrei concentrare la mia attenzione è me stesso. Godermi la corsa, imparare e migliorare come corridore. Proseguire nella corsa e negli allenamenti e, facendo ciò, migliorerò, confrontato con me stesso. Sono io l’unico termine di paragone.
Lo stesso vale nella vita. Dobbiamo goderci il cammino, imparare da noi stessi, andare avanti passo dopo passo e smetterla di fare paragoni con gli altri. Il viaggio sarà molto più piacevole.
Poniamoci degli obiettivi, impegnamoci per raggiungerli, godiamoci la nostra vita e traiamo soddisfazione dai nostri piccoli o grandi successi di ogni giorno. Viviamo la nostra vita e non quella degli altri o della nostra fantasia. Gli altri possono essere solo una fonte di ispirazione e motivazione, magari imparando dalla loro forza di volontà, dalle esperienze raccontate ecc.. Ma confrontiamoci solo con noi stessi. Sviluppiamo il più possibile la nostra individualità, i nostri talenti e la nostra personalità. Definiamo la nostra personale idea di successo (che non è legata solo ai soldi o alle cose materiali ma anche a delle semplici soddisfazioni personali o dei piccoli sogni da realizzare). Ed impegnamoci in ogni cosa, anche piccola, che facciamo. Vivremo sicuramente molto meglio e saremo soddisfatti delle nostre vite e di ciò che abbiamo fatto.
Ispirato da: Comparing
Argomento interessante.Accettarsi per quello che si è, con i propri pregi e difetti,perché ognuno di noi è un’isola .Il confronto genera solo invidia.Siamo degli originali,non delle ‘fotocopie’…
Io penso che comunque non sia inutile, potrebbe crescere una sana competitività per cercare di raggiungere certi obbiettivi. Il confronto con gli altri può essere costruttivo per la propria persona, e sinceramente alla fin fine quelle sono tutte paranoie che uno si fa. Bisogna essere forti e fregarsene, cercando di andare avanti meglio che si può.
Leggo sempre questa cosa, che non è utile paragonarsi agli altri. E più volte la leggo, più mi pare un modo per consolare artificialmente gli incapaci. Se la frase vuol dire che nel proprio campo (campo in cui ci si impegna correttamente e materia per cui si ha una inveterata passione) non bisogna paragonarsi in modo frustrante al top sono d’accordo. Ma se nel proprio campo nella gaussiana si è all’estrema sinistra, nonostante grande passione e corretto impegno, la risposta è una sola, non si è persone sane. Esempio pratico, conosco uno che ha la passione per il body building e si allena correttamente da 3 anni. Non è detto che anche dopo anni uno diventi per forza fisicamente un bronzo di Riace, ma questo solleva gli stessi pesi di una qualsiasi donna ben messa che si allena da un anno nella sua palestra. Cosa direste a questo tipo? La verità nuda e cruda è che se ci sono cose per cui sei negato otterrai comunque un qualche risultato con un corretto impegno. Se questi risultati non ci sono, o meglio sono ben lontani da chi fa la tua stessa cosa ed ha la tua stessa età ed il tuo stesso sesso, a prescindere da chi sei non sei una persona normale.